L’Onu è criminale quanto Israele ed il mondo ne pagherà le conseguenze

di Antonietta Chiodo

Durante il recente Council on American-Islamic Relations (CAIR) è stato affermato all’unanimità che:

“Israele agisce impunemente, sapendo che continuerà a ricevere il sostegno degli Stati Uniti nonostante le sue atrocità contro i palestinesi. Il presidente Biden deve smettere di consentire questi massacri quotidiani e porre fine alla complicità della nostra nazione nel genocidio. I funzionari dell’amministrazione devono iniziare a trattare i palestinesi come esseri umani degni di vita, dignità e giustizia, non come animali adatti solo al macello.”

Nel 2016 durante una delle mie numerose permanenze in Palestina conobbi Faten, una giovane donna madre di tre meravigliosi bambini, il marito per l’ennesima volta si trovava in carcere e lei insegnante per giovani disabili fu costretta a portare avanti la famiglia sola, aveva un grande sogno, quello di rivedere il mare di Gaza. Arrivò nel sud della Cisgiordania da bambina e da lì non poté più tornare, l’unico mare che lei avesse mai visto e non lo aveva più dimenticato, stringemmo un patto, che saremmo tornate a Gaza insieme e che io le avrei fatto tante meravigliose fotografie mentre ballava tra le onde della Striscia. Faten come numerosi palestinesi non può superare i confini ed uscire dalla Palestina o dai territori occupati perché priva di documenti e a molti come lei non è persino permesso già prima del 7 ottobre di raggiungere Gerusalemme e visitare la sacra moschea di Al-Aqsa. Questa è la Palestina, quella terra di cui molti oggi si riempiono la bocca ma che pochi conoscono realmente.

Nelle scorse ore, il rappresentante palestinese per i rifugiati, Muhammad Mustafa, ha rilasciato una dichiarazione fondamentale per comprendere il futuro della Cisgiordania e della Striscia di Gaza ed ho pensato subito a Faten e a ciò che molti non comprendono:

La Palestina si estende dalla Cisgiordania alla Striscia di Gaza, per questo è fondamentale che i territori occupati vengano restituiti. Considerando alla luce dei fatti che l’idea di due popoli e due stati è una frase di circostanza che l’Occidente utilizza per prendere tempo ed appropriarsi del resto.

Se vogliamo comprendere il conflitto israelo-palestinese, dobbiamo essere obiettivi ed ammettere che gli accordi di Oslo sono stati la rovina di questo popolo, grazie non solo ai crimini israeliani ma anche al supporto degli Stati Uniti e della Gran Bretagna. Il ministro dinanzi alla società civile, durante una riunione tenutasi oggi mercoledì 17 luglio 2024, ha confermato la sua intenzione di affrettare una soluzione per il riconoscimento di uno stato palestinese con Gaza annessa alla Cisgiordania, chiarendo che senza di essa si tratterebbe di uno stato vacillante e senza potere. Questo suo desiderio sottolinea l’importanza del riconoscimento della Striscia come stato palestinese per poter così consentire una ricostruzione della popolazione.

La ministra per i diritti delle donne Mona Al-Khalili ha confermato che alla luce di ciò che sta accadendo è importante comprendere che vi è un’urgenza che impelle sulla coscienza globale ed è la tratta di esseri umani. Dobbiamo infatti comprendere che ad oggi non conosciamo il reale numero di morti e sparizioni dalla Striscia di Gaza, compresi i bambini, perché Israele non permette l’acquisizione di dati ufficiali. Non sappiamo infatti le generalità dei palestinesi detenuti nei campi di detenzione all’interno del deserto del Negev, il che comporta l’alta possibilità che molti di loro siano stati deportati in altri luoghi.

L’organizzazione per i diritti umani Euro-Med Human Rights Monitor ha condannato esplicitamente per l’ennesima volta la comunità internazionale, tra cui l’Onu, per l’inadempienza nei confronti di Israele, per le mancate sanzioni e il silenzio che, dopo nove mesi, ha portato alla totale distruzione della Striscia di Gaza e della stessa popolazione, soprattutto di minori.

Il tentativo di Israele di usare la giustificazione di prendere di mira i leader militari o di fazione per legittimare crimini che provocano la morte di centinaia di civili è inaccettabile.

È ormai evidente, come affermato da numerose organizzazioni per i diritti umani, che nonostante la distruzione delle strutture come rifugio per gli sfollati, appunto di proprietà delle Nazioni Unite, sia una prova evidente che nessuno ad oggi sia interessato a fermare il governo di Benjamin Netanyahu.

Una delle innumerevoli fotografie del massacro a Khan Younis- Striscia di Gaza

Il più recente di questi orribili attacchi ha avuto luogo alle 14:50 di domenica 14 luglio, quando gli aerei da guerra israeliani hanno attaccato la scuola Abu Oreibat gestita dall’UNRWA, che ospita migliaia di persone costrette a spostarsi nel campo di Nuseirat nella Striscia di Gaza centrale. Quindici persone sono state uccise, tra cui almeno una donna, e molti altri sono stati fatti a pezzi dalle bombe. Ottanta persone sono rimaste ferite, per lo più donne e bambini.

Il team di Euro-Med Monitor ha documentato centinaia di casi simili in cui aerei israeliani hanno bombardato centri di accoglienza che ospitavano migliaia di sfollati, uccidendone centinaia al loro interno, in flagrante violazione delle leggi internazionali, in particolare quelle che regolano i principi della guerra.

L’agenzia UNRWA conferma infatti dati catastrofici, tra cui 456 attacchi ai suoi edifici, alcuni dei quali sono stati presi di mira più di una volta. Secondo l’UNRWA, 188 delle sue strutture sono state colpite durante questi attacchi. Almeno 524 sfollati che si erano rifugiati nei centri di accoglienza dell’UNRWA sono stati uccisi e almeno 1.621 altri sono rimasti feriti, dall’ottobre scorso.

Nel terribile massacro di Israele nella zona di Al-Mawasi a Khan Yunis il 13 luglio, gli aerei israeliani hanno sganciato otto devastanti bombe di fabbricazione statunitense su una folla di decine di migliaia di sfollati forzati. Almeno 90 persone sono state uccise e altre 300 sono rimaste ferite, molte delle quali donne e bambini che hanno perso arti e/o sono rimaste paralizzate nell’attacco. I team medici hanno incontrato difficoltà nel curare queste vittime, poiché il sistema sanitario della Striscia di Gaza è crollato a causa dei sistematici attacchi israeliani che la prendono di mira dal 7 ottobre.

L’organizzazione Euro-Med conferma e accusa pubblicamente le Nazioni Unite, dichiarando che:

Il Consiglio di Sicurezza e l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite devono agire seriamente e rapidamente per fermare il crimine di genocidio nella Striscia di Gaza, adottando risoluzioni internazionali efficaci con meccanismi esecutivi e imponendo sanzioni e misure deterrenti contro Israele, per garantire che ponga fine ai suoi crimini e alle sue gravi violazioni nella Striscia. Israele e i suoi alleati devono essere spinti a rispettare il diritto internazionale e le sentenze della Corte Internazionale di Giustizia.

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