Dopo 50 giorni di assedio in Tubas la resistenza obbliga l’IDF a ritirarsi

Mentre la resistenza sia nei villaggi palestinesi che sulla Striscia di Gaza lotta senza sosta contro il regime
di occupazione, le dinamiche messe in atto da Israele sono in realtà le stesse, affamare la popolazione,
uccidere civili e soprattutto bambini e di impedire alle ambulanze di poter trasportare i feriti, lasciandoli
così morire dissanguati.

di Antonietta Chiodo

Dal 7 ottobre la violenza israeliana si è amplificata nella Cisgiordania occupata, sostenuta da un silenzio
straziante dovuto al genocidio che si sta compiendo sulla Striscia di Gaza.
Attraverso le denunce di molteplici associazioni per i diritti umani, possiamo confermare che i bambini
morti in Cisgiordania a causa di vere e proprie esecuzioni per mano dell’IDF salgono a 121 e 19 persone
uccise dalla follia dei coloni armati, che spesso irrompono all’interno dei villaggi appiccando incendi
all’esterno delle abitazioni.

Mentre la resistenza sia nei villaggi palestinesi che sulla Striscia di Gaza lotta senza sosta contro il regime
di occupazione, le dinamiche messe in atto da Israele sono in realtà le stesse, affamare la popolazione,
uccidere civili e soprattutto bambini e di impedire alle ambulanze di poter trasportare i feriti, lasciandoli
così morire dissanguati. Nel villaggio di Tubas i militari fanno irruzione distruggendo il portone dell’ospedale e staccando le videocamere di sorveglianza, il ministero della salute palestinese denuncia nuovamente la violazione del diritto internazionale all’interno delle strutture sanitarie, che teoricamente dovrebbero essere zona franca.

Dopo un assedio durato 51 ore nel campo Nur Sham, gli occupanti hanno assediato la popolazione
uccidendo diversi civili tra cui anche bambini, la resistenza palestinese è riuscita finalmente il 22 aprile
2024 a liberarne le strade, obbligando così i militari a ritirarsi. Tengo a chiarire in questo articolo che i bambini restano le vittime principali di questa fame di sangue e
morte che contraddistingue i militari israeliani da qualsiasi altro esercito, oramai è evidente che l’atto
genocidario sia stato comprovato da almeno 75 anni.
Nonostante tutto i media arabi confermano che la resistenza palestinese sta tenendo testa alla violenza
israeliana e che diversi militari dell’IDF in queste ore risultano gravemente feriti, i combattimenti più
intensi si sono svolti nei campi di Tubas, Nablus, Tulkarem e Jenin.
Mentre la comunità internazionale resta in silenzio il popolo palestinese resiste, la Mezzaluna Rossa nelle
scorse ore ha dichiarato ufficialmente di essere riuscita dopo 51 ore di occupazione e massacri nel campo
di Nur Sham a trasportare finalmente i feriti all’interno dell’ospedale.

Comunicato ufficiale della mezza Luna Rossa:
“Finora i nostri equipaggi hanno evacuato 14 martiri dal campo di Nur Shams all’ospedale.
Una triste e dolorosa testimonianza dal campo di Nor Sham.
Un giovane uomo è stato usato dall’esercito come scudo umano e poi gli ha sparato e lo ha lasciato
sanguinante fino a quando si è levato in cielo.”

La Mezzaluna Rossa pubblica la lista dei morti evacuati dal campo:

1. Ahmad Ghalib Mahmoud Hussein Ali 24, alias Babu Fahim, battaglione del campo di Nur Shams.
2. Salim Faisal Abdul Latif Ghanam, 29 anni, residente nel campo di Nur Shams.
3. Qais Fathi Nasrallah 16 anni dal campo di Tulkarm
4. Alaa Youssef Saleh Abd al-Rahim 35 anni/Campo di Nur Shams
5. Jafar Salim Khalid Omar 20 anni/Nur Shams camp
6. Ahmed Husam Mohammed Shehada 20 anni/Nur Shams camp
7. Omar Saleh Nayef Abu al-Raab, 24 anni/campo di Nur Shams
8. Ali Mohammed Ali Abdullah, 25 anni/campo di Nur Shams
9. Jihad Niyaz Nasr Jaber 17/Nur Shams Camp
10. Rajai Mohammed Sheva Abu Swilm 39 anni/campo di Norshams
11. Mujahid al-Salta
12. Ali Mohammed Al-Rahim
13. Mahmoud Ghanam
14. Naseem Mohammed Abdullah Mosbah 21 anni/campo di Nur Shams

 

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