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Bambini nel campo profughi di Jenin – Palestine 2016

Sono Antonietta Chiodo e nasco a Roma il 2 aprile 1976, cresco a Milano dedicandomi all’arte sin da bambina. Attraverso periodi di confusione artistica tra la pittura, l’illustrazione d’autore e la pubblicità, approdando poi alla scrittura. Da sempre attiva per i diritti umani sceglgo di mettere le mie doti a disposizione della narrazione per gli ultimi, illustrando libri di storie di vita, AIDS e carcere africane edite dal Gruppo Abele e dalla Cooperazione Internazionale nel 2006, acclamate a Bruxelles.

Da sempre lavoro con e per il popolo palestinese, il mio cuore è rimasto fermo tra le strade polverose dei villaggi della Cisgiordania occupata e nei volti delle persone che amo e che non smetterò di avere nel mio cuore anche in questi mesi dove l’ingresso in Palestina è impossibile a causa di un blocco del visto a vita. Molti sono gli anni che ho condiviso con loro e molti spero ne vengano ancora, il dolore profondo che proviamo nel vedere le immagini di questo popolo sofferente saranno indelebili nella memoria di tutti noi. 

Approdo nella redazione di ProMosaik nel 2014, casa editrice turca di fama mondiale, dove collaboro ancora oggi, documentando la vita di donne vittime della tratta e della mutilazione genitale femminile praticata in Nord Africa. Sono da sempre coinvolta in attività culturali per il Medio Oriente e molto attiva nel conflitto israelo-palestinese. Ho scelto di continuare sino ad oggi il mio lavoro di reporter, documentando e denunciando i crimini di guerra israeliani e non solo. Questo mio lavoro presso una redazione umanista mi permette di ricevere nel 2016 il premio Amnesty International  Giornalismo per i Diritti Umani.



Mi trasferisco per due mesi in Palestina documentando le condizioni delle famiglie dei campi profughi a nord di Ramallah, denunciando le condizioni precarie di salute ed il mancato sostegno della comunità internazionale, spostandomi poi nella zona di Jenin e portando alla luce la vita precaria delle famiglie dei militanti della Jihad islamica.



Tra il 2014 ed il 2016 mi occupo degli sbarchi di migranti sulle coste dell’Italia meridionale, tra il 2015 ed il 2016 denuncio la sconvolgente sparizione di 5.000 minori non accompagnati in territorio italiano e 10.000 in tutta Europa. Inoltre dal 2013 al 2017 in colalborazione con il fotoreporter gazawi S.A.Q lavoro costantemente per tenere aggiornate le notizie dalla Striscia di Gaza, non solo durante i bombardamenti israeliani,  cercando così di dare umanità attraverso la descrizione quotidiana della vita di un popolo oppresso.

Nel 2015 collaboro con le donne di Amari camp per la loro autonomia lavorativa, molte di loro sono madri di figli uccisi ingiustamente.



Nel 2017 sono relatrice per i diritti umani presso il foro degli Avvocati di Firenze.



Nel 2017 mi trasferisco in Palestina per tre mesi, nella Cisgiordania occupata, avviando un progetto dal nome La Pace dei Bimbi in un villaggio a nord della città di Betlemme basato sulla plasticità della mente con ragazzini dai tredici ai diciassette anni. Documento inoltre nello stesso periodo in tempo reale per Social News, un’agenzia di stampa legata al ministero dell’interno, le rivolte a sostegno dei prigionieri e detenuti nelle carceri israeliane.





Lavoro come fotografa e come reporter ancora oggi, inoltre collaboro con il direttivo di Free Assange Italia, persone che si coordinano in tutto il Paese in attività volte alla liberazione del giornalista Julian Assange.



Grazie a Radio Contatto, nota emittente con sede in Vinovo Piemonte ed ai suoi speaker, dal 2022 nasce un’importante collaborazione, facendo così arrivare i diritti umani anche al microfono… ma il  lavoro più difficile credetemi è fare la mamma.