A Gaza sono sette i neonati morti nelle incubatrici interrotte

Intorno al plesso di Al-Shifa sono almeno cento i cadaveri oramai in evidente stato di decomposizione, neonati compresi. Gli stessi medici hanno dichiarato l’impossibilità di sopperire alla disinfezione essendo sprovvisti dei supporti sanitari anche per eventuali epidemie o semplice sanificazione, oltre che essere privi di acqua e cibo. I pazienti si stanno infatti alimentando con datteri ed acqua di mare.

La resistenza palestinese durante questi giorni di assedio via terra dell’ invasione israeliana, dichiara attraverso il portavoce delle brigate Al-Qassam l’abbattimento di 160 mezzi corazzati israeliani. L’invasore è oramai insediato lungo la strada costiera di Gaza mentendo e dichiarando sicura la zona sud, consigliando così lo spostamento spontaneo di migliaia di persone, uccidendo invece chi con un briciolo di speranza tenta di raggiungerla.

di Antonietta Chiodo

La situazione sanitaria sulla Striscia di Gaza è oramai al limite, nella domenica del 12 novembre Medici Senza Frontiere con i pochi mezzi a propria disposizione dall’ Ospedale Al-Shifa chiede aiuto attraverso i colleghi dei nosocomi esteri, come è successo a Londra nella giornata di ieri, dove diversi operatori sanitari si sono radunati di fronte al parlamento inglese chiedendo tra le lacrime un urgente “Cessate il Fuoco” e leggendo ad alta voce i messaggi dei dottori e infermieri oggi ancora in vita e denunciandone l’uccisione di 200 dal 7 di ottobre.

Voci purtroppo sino ad ora inascoltate.

Nel pomeriggio di domenica l’ospedale Al-Shifa dichiara l’aggravarsi di numerosi pazienti con la conseguente morte, sono oggi invece ufficiali i decessi di bambini nati prematuri morti a causa della mancanza di elettricità che ha costretto le incubatrici a fermarsi, stessa sorte è toccata a pazienti gravi dipendenti dai respiratori che hanno subito un decesso per soffocamento, sempre a causa della mancanza di elettricità e carburante.

I crimini di guerra israeliani non si fermano neanche oggi lunedì 13 novembre, un comunicato urgente della Mezza Luna Rossa Palestinese divulgato dai media arabi nelle scorse ore conferma che il convoglio inviato per l’evacuazione dell’ospedale Al-Quds partito da Khan Younis è stato obbligato a desistere a causa dell’inagibilità e dalla poca sicurezza dovuta alla presenza di militari israeliani che, al contrario di ciò che divulgano alcuni media italiani ed occidentali assaltano anche le equipe di primo soccorso.

Allarme Sanitario

Il dipartimento della Sanità Palestinese oltre all’appello per carburante e farmaci ha reso noto questa mattina la richiesta espressa ufficialmente nei confronti della comunità occidentale, intimando nuovamente di intervenire tempestivamente a causa dell’alto rischio epidemico di colera.

Intorno al plesso di Al-Shifa sono almeno cento i cadaveri oramai in evidente stato di decomposizione, neonati compresi. Gli stessi medici hanno dichiarato l’impossibilità di sopperire alla disinfezione essendo sprovvisti dei supporti sanitari anche per eventuali epidemie o semplice sanificazione, oltre che essere privi di acqua e cibo. I pazienti si stanno infatti alimentando con datteri ed acqua di mare. Gli operatori sanitari dichiarano l’impossibilità di seppellire i morti a causa del rischio di essere uccisi dalle truppe di terra israeliane, sono infatti numerosi i video che ritraggono l’IDF intenta ad aggredire chiunque osi avvicinarsi, anche solo per trovare soccorso o riparo.

Alle 15 di ieri ora italiana l’Ospedale Al-Quds è stato dichiarato ufficialmente fuori uso e non più operativo.

ll Ministero della Sanità di Gaza ha annunciato che il bilancio delle vittime da sabato è salito a 34 nell’ospedale Al-Shifa soprattutto dopo la devastazione per un raid israeliano dell’unità cardiologica. Il sottosegretario del Ministero della Salute, Yousef Abu Al-Rish, ha confermato: “Il numero dei decessi è salito a 27 pazienti in terapia intensiva e 7 neonati prematuri.”

5,0 / 5
Grazie per aver votato!