Davide Tosches non è solo musica

s. Incontrarlo significa ritrovarsi immersi in un mondo tra nostalgia e ricerca del sé, corredato da pezzi unici restaurati da lui stesso. Importante sottolineare che le sue aspirazioni future non si limiteranno alla cultura musicale ma alla condivisione della stessa nella totalità nel territorio circostante. Davide Tosches prima ancora di essere un musicista è un padre ed un uomo capace di commuoversi ancora all’età di quarantotto anni.

Davide Tosches è un musicista italiano che non ama essere etichettato né politicamente né artisticamente, come è giusto che sia. Ho incontrato Davide in casa sua, una cascina nelle colline di Cavagnolo, un paesino piemontese circondato da boschi e valli, non è un caso come spesso accade che un’artista scelga di immedesimarsi nella natura per ritrovare se stesso. Una casa piuttosto grande, interamente restaurata e riadattata con le sue mani e che rispecchia senza alcun dubbio il carattere anticonformista di chi la abita. Sul retro si trova lo studio di registrazione altamente professionale ricavato da un garage, nella quale si possono notare diversi strumenti musicali dove spiccano come regine alcune chitarre create artigianalmente e regalategli da un caro amico di Wichita in Kansas. Incontrarlo significa ritrovarsi immersi in un mondo tra nostalgia e ricerca del sé, corredato da pezzi unici restaurati da lui stesso. Importante sottolineare che le sue aspirazioni future non si limiteranno alla cultura musicale ma alla condivisione della stessa, nella totalità nel territorio circostante. Davide Tosches prima ancora di essere un musicista è un padre ed un uomo capace di commuoversi ancora all’età di quarantotto anni.

di Antonietta Chiodo

Pensi che la musica possa un giorno creare un ponte per la pace o è semplice utopia?

Non sono convinto possa accadere, però vi fu un grande artista che riuscì a portare due presidenti antagonisti sul palco, ed a mio parere fu l’unico a riuscire in questo intento, inviando così al mondo un messaggio di possibile cambiamento globale. I media in passato citarono esclusivamente John Lennon, al di la del talento i Beatles erano validi esperti di comunicazione, mentre Bob Marley non lo era.

Come definisci la tua musica?

Sicuramente non sono un ruffiano, anzi a volte avrei potuto approfittare di alcune possibilità ma non l’ho fatto. Non sono in grado di rappresentarmi in un preciso stile musicale, quando ad esempio mi definiscono cantautore, ecco… cantautore… uno pensa subito a Guccini o De Andrè, io però non scrivo in rima come fanno loro. A queste affermazioni rispondo sempre di essere solo un musicista. Mi viene ancora da sorridere ripensando a cosa scrisse di me un critico musicale, mi definì cantautore bucolico esistenzialista! Ancora adesso la uso per raccontarmi in alcune circostanze.

Crediti fotografie Antonietta Chiodo

Da dove nascono le tue intuizioni e la tua musica parla esclusivamente di te?

Posso prendere spunto anche da una persona incontrata per caso, ti faccio l’esempio del brano “La ragazza che piange”, stavo passeggiando lungo un viale di tigli e intravidi questa ragazza piangere su una panchina …. mi commuove ancora parlarne. Mi avvicinai e chiesi se avesse bisogno di qualcosa, lei mi guardò e mi disse che stava semplicemente piangendo di gioia. Ho pensato che fosse bellissimo, salii in macchina e piansi da Crescentino sino a casa mia, da questo incontro nacque la canzone. Sarebbe una canzone di gioia anche se in realtà ascoltandola si viene avvolti da un’atmosfera cupa, forse perché in realtà fu un viaggio mistico per me. Mi riportò infatti al ricordo di un autore da me molto apprezzato, Dino Buzzati , come molti definivano… il senso misterioso del reale.

Com’è stato comporre questa canzone e quanto tempo era trascorso da questo incontro?

Pensa che è stata interamente composta al piano, nonostante fosse passato molto tempo dall’ultima volta che lo sfiorai. Ho iniziato a comporla dopo sei mesi, mi tornò all’improvviso quel ricordo, fu un caso. A volte le canzoni prendono vita dopo anni, magari vorresti scriverla subito ma non scatta, può arrivare all’improvviso ed è decisamente qualcosa di inconscio. Amo arrangiarle da solo ma spesso ho cari colleghi musicisti pronti a darmi una mano.

Ti è mai capitato di avere paura di diventare indifferente alle emozioni?

Si, mi è capitato di pensarlo soprattutto durante i lockdown, dove ti ritrovi completamente solo, inizialmente mi son detto che avrei trovato molte cose da fare per passare il tempo, restaurare, scrivere, accudire gli animali purtroppo i mesi si prolungarono notevolmente nonostante le nostre aspettative, è stata dura. Avevo una serra e poi ho iniziato a vedere oltre, mi sono reso conto che avrei dovuto immaginare questa casa come qualcosa in più.

Come ti vedi in questi luoghi nei prossimi anni?

Quando vidi questa casa me ne innamorai a prima vista, mi sono reso conto nel tempo che poteva evolvere in un progetto importante, così adesso sto studiando uno spazio esterno in cui poter creare eventi culturali e non solo, soprattutto per i giovani, per chi vuole suonare o proporre delle iniziative, promuovere libri etc… insomma, sarebbe un peccato viverci solamente, qui ho investito gran parte di me stesso e sento che è arrivato il momento che subisca un’evoluzione creativa.

Che consiglio daresti ad un giovane che mira ad una carriera nell’industria discografica?

Domanda alla quale è quasi impossibile rispondere efficacemente, perchè nel giro di pochi anni è relativamente cambiato tutto. Le dinamiche che hanno trovato valore e senso per molto tempo adesso non esitono più. Bisogna improvvisare, essere intuitivi e creativi nel sapersi proporre, perchè da un mese all’altro tutto si modifica. Molte persone sono ancora convinte sia valida la considerazione che ci si avvalga di numerose visualizzazioni o follower per poter fare la differenza, ma così non è.

Quali sono il tuo peggior difetto ed il tuo miglior pregio?

Il mio peggior difetto è avere numerosi interessi, sono una persona molto curiosa, so anche fare molte cose e questo è comunque un pregio. Conciliarle però spesso è difficoltoso perchè è complesso riuscire a gestire il tempo a disposizione. Spero un giorno o l’altro di comprenderne il modo.

Se la musica non avesse segnato il tuo destino, per cosa ti saresti messo in gioco?

Non riesco ad immaginare la mia vita senza musica, quindi non so, lei è parte di me, sono io,come altre cose importanti della mia vita, il disegno ad esempio o la fotoigrafia, la scrittura, l’amore per le piante e molte altre attività manuali, utili e necessarie di cui non posso fare a meno.

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