In Palestina ombre e denunce sulla Croce Rossa

di Antonietta Chiodo

Non sappiamo ancora se la Croce Rossa Internazionale stia per essere travolta da uno scandalo a livello mondiale, sicuramente dal 7 ottobre sono numerose le accuse da parte di organizzazioni di rilevanza nella tutela dei diritti umani che la vedono continuamente citata attraverso denunce e rapporti pubblici, come hanno prodotto Addameer ( Organizzazione per la tutela dei prigionieri palestinesi a livello legale sia nelle carceri israeliane che nelle carceri dell’ANP), Euro Med Human Rights Monitor, l’OCHA, Hamas, l’FPLP e il Club dei Detenuti Palestinesi.

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Dopo l’inizio dei massacri sulla Striscia di Gaza da parte del governo israeliano, Addameer pubblica una lettera diretta al Cda della Croce Rossa Internazionale intimando in più occasioni di rendere noto alle famiglie il destino di 85 uomini, operai che da Gaza si dirigevano in Israele per lavoro. Nella lettera sono elencate le generalità ed i nomi di queste 85 persone, chiedendo di verificare le loro condizioni e di rendere noto il luogo della loro deportazione informandone così familiari e legali.

La Croce Rossa Internazionale dichiara ufficialmente che non gli è stata concessa la possibilità da parte del governo israeliano di visitare i prigionieri all’interno dei centri di detenzione dal 7 Ottobre, resta il dubbio che getta ombre su questa organizzazione umanitaria, operando da decenni in zone di conflitto, non comprendiamo come sia quindi possibile che non sia ancora stata depositata alcuna denuncia contro Benjamin Netanyahu e la Knesset e del perchè ancora oggi non vi sia alcuna relazione dettagliata intenta a salvaguardare i diritti di uomini, donne e bambini.

Purtroppo la sorte di questi uomini l’abbiamo conosciuta poche settimane dopo il loro rapimento attraverso le testimonianze ed i video che l’IDF senza alcuna censura ha lasciato invadessero liberamente il web, abbiamo potuto accertarne gli abusi, le violenze e l’ inaccettabile oltraggio alla persona, pubblicarono infatti scene in cui gli uomini completamente nudi venivano trascinati sul terreno per essere portati in una stanza ed essere violati, mentre altri sempre nudi venivano ricoperti di urina da parte dei militari israeliani e molto molto altro ancora.

Ci troviamo di fronte non solo a crimini di guerra oramai accertati, Israele ha evidentemente oltrepassato quella che loro e gli Stati Uniti definirono linea rossa, una linea che anche il popolo civile ha e non può ulteriormente accettare. Le accuse nei confronti della CRI non si fermano ed in questi mesi attraverso numerose sollecitazioni la riportano costantemente alla nostra attenzione. Sempre Addameer pubblica un rapporto stilato dopo il 7 ottobre sino al 23 gennaio 2024, elencando i crimini del governo sionista contro i civili inermi, compresi donne e bambini all’interno delle carceri israeliane dove gli arresti illegali sono arrivati a toccare il picco di 6,220 palestinesi, la maggior parte delle persone rapite conferma il resoconto provengono dalla città di Hebron, si tratta infatti di donne, bambini, anziani, giornalisti e studenti universitari.
Il numero totale delle donne detenute ad oggi è pari a 200, il numero registrato di bambini arrestati ha oramai oltrepassato i 355.

Il 18 gennaio 2024 l’assemblea generale della Knesset ha approvato un emendamento che vieta ai detenuti di incontrare i propri legali per altri quattro mesi, ciò permetterà loro di torturarli indiscriminatamente nel silenzio e non permetterà né ai media né agli avvocati di poter denunciare pubblicamente gli abusi e le violenze oramai quotidiane.

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Nuovamente Euromed Human Rights Monitor accusa la CRI di essere assente di fronte alle torture ed ai rapimenti nei confronti del popolo di Gaza e della Cisgiordania occupata, la accusa soprattutto di questo silenzio assordante che ancora oggi non è stato interrotto. Nel rapporto stilato recentemente dall’organizzazione per i diritti umani e reso pubblico pochi giorni fa viene confermata l’assenza di informazioni dettagliate, l’impossibilità delle organizzazioni su citate di poter incontrare i detenuti e le persone deportate soprattutto dalla striscia di Gaza. La Croce Rossa non permette ancora oggi di avere un numero preciso degli adulti e dei bambini scomparsi e l’ inadempienza gravissima soprattutto da parte del governo di Israele consentendo così il rischio del traffico di esseri umani, reato condannato come crimine contro l’umanità. Ciò che siamo riusciti a comprendere attraverso questi rapporti ufficiali è che le autorità di occupazione israeliane hanno confermato il martirio di diversi detenuti deportati da Gaza e condotti nel campo militare di Sdeh Teman a Be’er Al Sabe’, ancora oggi purtroppo non abbiamo ulteriori informazioni su questi detenuti o sui luoghi in cui vengono condotti, l’unica informazione che oggi ci è concessa sapere è che l’accusa mossa contro questi civili è di “Associazione Terroristica”, su quali basi sia definita come ben chiarisce anche Euromed non è resa pubblica.

Un’altra accusa gravissima sempre contro la CRI proviene dal compartimento medico dell’ospedale pediatrico Al-Nasser nella Striscia di Gaza, il dottor Dr. Mustafa Al-Kahlot dichiara infatti che in data 10 novembre 2023 vennero inviate numerose richieste di aiuto all’organizzazione umanitaria senza però ottenere risposta, con il risultato che i militari dell’IDF obbligarono i genitori e tutta l’equipe medica del reparto neonatale di terapia intensiva di abbandonare il plesso, lasciando così morire i bambini attaccati ancora ai respiratori. I militari dichiararono inizialmente che una equipe della CRI si sarebbe presa cura dei piccoli trasferendoli presso l’Ospedale Al-Rantisi, invece tre settimane dopo riuscirono nuovamente ad accedere al plesso e la scena che si presentò ai loro occhi, come definito dai testimoni fu paragonabile ad un film dell’orrore, trovandosi di fronte i corpi in decomposizione dei neonati che risultavano ancora attaccati ai respiratori, confermando così le loro paure. Nessuno si era quindi preoccupato di metterli in salvo.

Un’altra importante denuncia da parte della famiglia del detenuto Fadi Abu Al Huda avviene attraverso una deposizione, dichiarando che l’uomo venne attaccato da alcuni cani dei militari ferendolo gravemente ad un orecchio e rompendogli due braccia. I familiari dell’uomo hanno confermato di avere costantemente contattato la CRI per ottenere informazioni inerenti lo stato di salute del prigioniero, ma il comitato internazionale che dovrebbe garantire la protezione umanitaria si rifiutò di rispondere, la seguente dichiarazione è confermata dall’FPLP e dal Club dei detenuti Palestinesi.

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Pubblichiamo l’ultimo comunicato stampa rilasciato in data 23 gennaio 2024 da Musa Abu Marzouk, membro dell’Ufficio politico di Hamas:

“La Croce Rossa ha presentato una richiesta per fornire medicine ai prigionieri israeliani a Gaza, e includevano 140 tipi di medicine, quindi abbiamo stabilito diverse condizioni:

– Per ogni scatola di medicine inviata ai prigionieri israeliani, un migliaio dovrà essere consegnata al nostro popolo.

– Forniranno medicinali solo da paesi che riscontrano la nostra fiducia.

– La Croce Rossa collocherà le medicine in quattro ospedali a copertura di tutte le aree della Striscia di Gaza, compresa la medicina per i prigionieri israeliani.

– Aumentare gli aiuti e l’alimentazione.

– Impedire l’ispezione delle spedizioni di medicinali da parte dell’esercito israeliano.

– La Francia ha chiesto di fornire medicine, ma abbiamo rifiutato a causa della nostra mancanza di fiducia nel governo francese, a causa della sua posizione a sostegno dell’occupazione israeliana e di fronte alle aspirazioni del nostro popolo alla libertà e al ritorno.

– Siamo stati noi a chiedere ai nostri fratelli in Qatar di fornire medicine grazie alla nostra fiducia in loro, e con gratitudine hanno accettato.”

-In nome di Allah, il più misericordioso-

pubblicato su News Academy Italia:

https://newsacademy.it/news/2024/01/24/in-palestina-ombre-e-denunce-sulla-croce-rossa/

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