Inferno nelle carceri israeliane ad oggi due i palestinesi morti per torture

In un trattato redatto dopo il 7 di ottobre si elencano numerosi avvenimenti violenti descrivendo le numerose incursioni all’interno delle celle di militari spesso accompagnati da aggressivi cani poliziotto, includendonelle loro azioni violenza e percosse, inoltre la somministrazione di cibo scaduto tra cui tonno, verdura e uova non commestibili.

L’attenzione sulla Palestina ha finalmente raggiunto un interesse mondiale non indifferente in queste ultime settimane, nonostante assistiamo costantemente ad un cruento genocidio in mondo visione dove grazie ad internet nulla ci è risparmiato. Dal 7 di ottobre la Striscia di Gaza ha raggiunto dai dati confermati del Ministero della salute Palestinese la quota di : 8,306 morti di cui 3,457 bambini, 2,000 i dispersi e 21,048 i feriti.

di Antonietta Chiodo

Mentre Gaza brucia la West Bank palestinese è quotidianamente assaltata dai militari dell’IDF e nelle carceri israeliane si sta verificando una vera e propria mattanza a danno dei prigionieri, tra cui molti minorenni di età compresa tra i 10 e i 17 anni. Dall’inizio del conflitto “Alluvione di AlAqsa” i morti per torture fisiche ad oggi sono due, Omar Daraghamen nato nel 1965 e morto il 23 ottobre, Arafat Hamdan nato nel 1998 e morto il 24 ottobre. Il Movimento della Jihad islamica ha denunciato pubblicamente nei giorni scorsi il martirio di Omar Daraghamen, uomo di 58 anni e rappresentante politico di Hamas, morto all’interno del carcere dopo diverse ore di tortura subite da parte dei militari israeliani, lo stesso giorno in cui venne arrestato fu prelevato anche il figlio Hamza. Dopo le accuse del legale di Daraghamen il servizio carcerario israeliano ha liquidato il caso di omicidio con il seguente messaggio:

“ Uno dei detenuti nella prigione di Megiddo non si è sentito bene ed è stato inviato presso la clinica della prigione per accertamenti.”

Israele non si limita ad arrestare, torturare ed uccidere i prigionieri detenuti nelle proprie carceri utilizzando la detenzione amministrativa come strategia punitiva dedita ad umiliare ed abbattere la persona, nei casi di ergastolo inoltre alle famiglie viene negata la possibilità di riottenere il corpo del martire negandogli una degna sepoltura.Lo stato sionista trattiene infatti i corpi dei defunti in ex regime di ergastolo nel “Cimitero dei Numeri”, si tratta di un luogo macabro, dove le persone sepolte perdono la loro passata identità, questi luoghi sono ad oggi quattro, due situati nella Valle del Giordano quindi nelle vicinanze del deserto di Jericho, uno vicino al Lago di Tiberiade e l’ultimo è dislocato nei confini tra Libano e Siria.All’interno di questi cimiteri sono contenute numerose salme, vennero creati decenni fa quando i palestinesi tentarono di accedere alle loro terre attraversando le alture del Golan, mentre altri vennero massacrati cercando di attraversare le terre lungo la Valle del Giordano.

Nelle ultime settimane L’FPLP ( Fronte Nazionale Per La Liberazione Della Palestina) ha dichiarato ufficialmente attraverso un comunicato ai media stampa arabi che la situazione all’interno delle carceri è terrificante, le decisioni prese dal governo in carica violano tutte le leggi internazionali sui diritti umani. In un trattato redatto dopo il 7 di ottobre si elencano numerosi avvenimenti violenti descrivendo le numerose incursioni all’interno delle celle di militari spesso accompagnati da aggressivi cani poliziotto, includendo nelle loro azioni violenza e percosse, inoltre la somministrazione di cibo scaduto tra cui tonno, verdura e uova non commestibili. Il crescendo della violenza sulla Striscia di Gaza ha portato le Istituzioni anche umanitarie a dimenticare i diritti dei detenuti della Cisgiordania Occupata. Dal giorno 7 ottobre le punizioni collettive sono aumentate considerevolmente comprendendo il taglio dell’elettricità all’interno delle celle, la chiusura della distribuzione di acqua e privando i prigionieri di altri beni di prima necessità.Le ultime denunce partite dal carcere segnalano l’assenza delle cure mediche anche dopo le aggressioni oltre la mancata distribuzione dei medicinali per i malati cronici. Le celle sono state ristrette aggregando anche più di dieci palestinesi in pochi metri quadrati, molti di loro sono stati messi in stato di isolamento senza alcuna reale motivazione e numerose sezioni sono state isolate dal socializzare con le altre. Le guardie carcerarie hanno anche distrutto tutti gli effetti personali dei prigionieri. Le organizzazioni palestinesi per la tutela dei detenuti ha denunciato il grave atto che ha visto alcuni di loro trasferiti in altre carceri senza avvisare parenti ed avvocati.Riferiscono inoltre i portavoce delle organizzazioni per i diritti dei prigionieri palestinesi che i dati ad oggi sono allarmanti:

5,400 prigionieri in totale, 42 donne, 170 bambini, 1,950 di questi in detenzione amministrativa e 554 ergastoli. Segnalano inoltre che dall’inizio dei bombardamenti sulla Striscia di Gaza in West Bank sono morte ad oggi 128 persone.

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