È il Mali la nuova frontiera dei grandi giacimenti di litio

Uno dei leader di questo progetto è Steven Zaninovich, da inizio agosto promosso come ufficiale capo delle operazioni presso la società britannica, Kodal Minerals. Il boom legato al crescente mercato dei veicoli elettrici sta infatti facendo aumentare i prezzi e la domanda mondiale del litio, un metallo appunto essenziale per le batterie di questo tipo di auto.

di Matteo Fraskini Koffi

LOME’, Togo – Il Mali punta a diventare uno dei maggiori produttori di litio al mondo. I siti minerari di Goulamina e Bougouni, località situate nel sud-ovest del Paese e teatro di scavi in corso, rappresentano i primi due progetti legati a tale ambizione. La produzione di litio maliano dovrebbe iniziare entro la fine del 2024.

«Ci aspetta un viaggio emozionante», ha spiegato Simon Hay, amministratore delegato della società australiana, Leo Lithium ltd. «Ci stiamo sforzando per realizzare il pieno potenziale di Goulamina e portare il progetto in produzione. Lo sviluppo è già iniziato – ha assicurato Hay –, compreso il programma di perforazione, l’acquisizione di dati a lungo termine e l’inizio dei lavori stradali».

Leo Lithium detiene il 50 per cento del progetto e a marzo ha formalizzato una joint-venture con la cinese Ganfeng Lithium ltd., quest’ultima ha fornito il resto dei finanziamenti necessari per la costruzione della miniera di litio a cielo aperto. Si tratta della più grande impresa di questo tipo in Africa occidentale e sarà in competizione con le miniere di litio nella Repubblica democratica del Congo e in Zimbabwe. Secondo le aziende coinvolte, il progetto Goulamina ha il vantaggio dell’alta qualità del prodotto: «6% di Li2O nel concentrato di spodumene (SC6)», il minerale da cui si estrae il litio. «Il progetto è uno dei migliori asset di litio hard rock al mondo – spiega una nota della Leo Lithium –. Rispetto alle attuali operazioni e progetti futuri, il rendimento potrebbe raggiungere un valore netto di 2,94 miliardi di dollari». Circa 506mila tonnellate di spodumene SC6 dovrebbero essere prodotte annualmente durante la prima fase. Si prospetta che la miniera avrà una vita di almeno 16 anni grazie a 31,2 milioni di tonnellate di riserve minerali in un’area grande quasi 30mila ettari situata a 150 chilometri dalla capitale maliana, Bamako.

Simili speranze anche per il futuro sito minerario di Bougouni, 50 chilometri a ovest di Goulamina. «Bougouni è in grado di fornire approssimativamente 2 milioni di tonnellate di litio per una durata di 8,5 anni – sottolinea uno studio di fattibilità pubblicato nel 2020 –. Le condizioni del mercato del litio sono favorevoli a raccogliere i finanziamenti necessari per costruire questa miniera».

Uno dei leader di questo progetto è Steven Zaninovich, da inizio agosto promosso come ufficiale capo delle operazioni presso la società britannica, Kodal Minerals. Il boom legato al crescente mercato dei veicoli elettrici sta infatti facendo aumentare i prezzi e la domanda mondiale del litio, un metallo appunto essenziale per le batterie di questo tipo di auto. La stessa Ganfeng Lithium ha firmato lo scorso novembre un contratto con la multinazionale Tesla di Elon Musk per fornire litio per i prossimi tre anni. Secondo gli esperti, il mercato del litio potrebbe raggiungere un volume di affari da 560 miliardi entro il 2030, e il potenziale africano avrebbe l’opportunità di rivoluzionare questo settore. Come principali investitori nel litio africano ci sono australiani, canadesi, cinesi e inglesi, ma le numerose aziende coinvolte nella realizzazione di questi progetti sono anche sudafricane, statunitensi e tedesche. Il settore minerario ed energetico del Mali resta comunque ostacolato dall’avanzata del terrorismo islamico e di altri gruppi armati che dalle regioni settentrionali e centrali si stanno spostando sempre più a sud, minacciando gli investimenti delle aziende straniere.

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