Figuraccia per Annalisa Chirico, non conosce le Regole d’Ingaggio in guerra

La donna classe 1986 che evidentemente non ha mai avuto a che fare con il conflitto israelo-palestinese e tanto meno con qualsiasi altro conflitto armato ha abusato del termine Regola d’Ingaggio durante la trasmissione condotta dalla giornalista Bianca Berlinguer, termine privato così di un reale senso logico per incoerenza o palese ignoranza. Siamo onesti, il problema in realtà non è la Chirico bensì chi decide di invitare alle proprie trasmissioni persone palesemente fuori argomento o prive delle condizioni fondamentali per poter analizzare un antefatto.

La signora Annalisa Chirico che ha dimostrato in queste ultime settimane di essere al quanto scarna di geopolitica mondiale ma soprattutto di diritti umani, non ha fatto certamente una gran figura nell’ultima ospitata del programma Carta Bianca. Non posso accettare alcuna scusa nella divulgazione di odio nei confronti di una popolazione martoriata e tanto meno che vengano utilizzati termini a caso, come ha invece dimostrato saper fare la bionda signora negando di fronte alla multitudine di prove a noi giunte in questi 78 giorni dei crimini di guerra perpetrati dall’esercito israeliano.

di Antonietta Chiodo

La donna classe 1986 che evidentemente non ha mai avuto a che fare con il conflitto israelo-palestinese e tanto meno con qualsiasi altro conflitto armato ha abusato del termine Regola d’Ingaggio durante la trasmissione condotta dalla giornalista Bianca Berlinguer, termine privato così di un reale senso logico per incoerenza o palese ignoranza. Siamo onesti, il problema in realtà non è la Chirico bensì chi decide di invitare alle proprie trasmissioni persone palesemente fuori argomento o prive delle condizioni fondamentali per poter analizzare un antefatto.La giornalista israeliana Akiva Bigman nei giorni scorsi attraverso un articolo sull’agenzia di stampa Mida tratta appunto questo tema confermando che la Regola d’Ingaggio dei militari israeliani non consente l’uccisione di persone disarmate, comprende anche quelle sul confine di Gaza, rischiando che possano addirittura invadere il territorio nemico, questa regola è fondamentale perché non venga violato il Diritto Internazionale.Tengo a chiarire che la Regola d’Ingaggio come ben definito da diverse agenzie di stampa israeliane ha subito una modifica sostanziale dopo il 7 ottobre, infatti quando vi fu l’incursione di Hamas oltre la recinzione i militari dell’IDF ebbero l’ordine di attuare il cosi detto programma Hannibal, cioè sparare a qualsiasi essere vivente si muovesse ad un chilometro oltre il confine, la suddetta direttiva subì invece una metamorfosi dopo l’inizio dell’incursione sulla Striscia di Gaza e cioè di non sparare per alcun motivo a chi fosse disarmato.

La zona cuscinetto che vi è tra la Striscia di Gaza e Israele è un perimetro di 300 metri in cui da una legge del 2018 ai militari non è consentito sparare proiettili veri oppure solo colpi in aria senza ledere alcuno, direttiva che fu infatti violata durante la marcia del ritorno dove vennero uccise numerose persone. In ordine nelle Regole d’Ingaggio le Nazioni Unite danno due possibilità:

Forza Letale Significa provocare la morte o lesioni gravi, autorizzata soprattutto in caso di autodifesa, quindi per evitare che a se stessi vengano creati danni lesivi e irreparabili.

Forza Non Letale Significa che si limita all’autodifesa senza uccidere o creare danni gravi nei confronti dell’aggressore.

Vorrei faceste attenzione al fatto che le Nazioni Unite in merito alle Regole d’Ingaggio si riferisce sempre ad un organo militare e quindi non a donne incinte, disabili, bambini, anziani, malati di cancro, giornalisti, dottori, suore, preti etc… ricordiamo ad esempio che le Regole d’Ingaggio per la guerra in Iraq venne definito che nessun tipo di monumento religioso, ospedali, chiese e moschee dovessero essere attaccate a meno che non vi fosse la certezza dell’utilizzo da parte del nemico nell’adibirlo a nascondiglio o deposito di armi.

Gli Stati Uniti infatti durante quel frangente chiarirono all’interno delle regole che era assolutamente vietato confiscare beni civili e anzi, dare assistenza e distribuire medicine se gli ospedali ne fossero sprovvisti. La signora Annalisa Chirico possiamo quindi dire che prima di presentarsi in qualsiasi trasmissione sarebbe tenuta a studiare la lezione considerando inoltre che dopo la distruzione dell’ospedale Al-Ahli dove persero la vita 500 persone per la maggior parte donne e bambini la Corte Penale Internazionale aprì immediatamente un fascicolo per indagare su crimini di guerra e violazioneappunto  delle Regole d’Ingaggio, personalmente mi farebbe piacere che la signora ci consegnasse una qualsiasi Regola d’Ingaggio con dicitura: “Ammazzateli tutti, soprattutto donne e bambini.”

Cosa significa Regola d’Ingaggio durante una guerra?

Cerchiamo di comprenderne il senso premettendo che hanno infatti non solo una valenza militare e strategica ma un’importanza legale e fondamentale durante una guerra. Le regole d’ingaggio infatti sono essenziali all’interno di una battaglia per evitare appunto crimini di guerra. Teoricamente nacquero per tutelare la popolazione civile da atti disumani, hanno infatti una valenza storica non di poco conto essendo nate a cavallo degli anni cinquanta per delineare regole concrete durante la Guerra Fredda. Le Regole d’Ingaggio vengono definite prima di un aggressione militare e nascono dalle linee guida del paese interessato o di un alleanza, solitamente all’interno di tutte le disposizioni si fa comunemente riferimento all’aticolo VI del Diritto Internazionale Umanitario.

 

Il trattato pubblicato sul sito italiano del Ministero della Difesa da ampio spazio infatti all’articolo numero VI ( alla signora Annalisa Chirico, essendo pagata per fare questo mestiere sarebbe bastato sprecare un ora del suo tempo per studiarlo), all’interno di questo articolo vi è la premessa oltretutto di come siano cambiate le modalità nella gestione di una guerra in tempi moderni e vi è infatti un passaggio importante che cita:

Ma, più in generale, sono gli attori che si moltiplicano nei nuovi scenari conflittuali, ove a fianco delle forze armate regolari appaiono le società di sicurezza private, le organizzazioni umanitarie, le forze di polizia locali, ecc.. Anche il nemico è cambiato: al tradizionale nemico in uniforme si sostituiscono sempre più i combattenti della guerriglia, le organizzazioni terroristiche, i gruppi eversivi di diversa estrazione, la criminalità organizzata, i civili che partecipano attivamente alle ostilità, ecc.. Riemerge, inoltre, il fenomeno del mercenariato, che sembrava superato dopo il processo di decolonizzazione in Africa. E‟ uno scenario difficile da interpretare, ove non esiste una netta linea di demarcazione tra pace e guerra, ove è arduo distinguere tra conflitto internazionale e non internazionale, o qualificare un conflitto come tale, ove è difficile distinguere tra combattente e civile, ove le varie tonalità di grigio predominano sul bianco e sul nero.”

Nelle PSO rientrano varie categorie di operazioni militari (conflict prevention, peace making, peace keeping, peace enforcement, peace building), che non si prestano ad essere classificate separatamente le une dalle altre, ma che costituiscono, in ragione della complessità degli scenari di crisi e della loro continua evoluzione, un unico e articolato filone di impiego operativo.”

Viene delineata quindi nell’articolo VI l’importanza delle parti in gioco nella tutela dei civili e la possibilità che i militari preposti debbano occuparsi nella messa in salvo di feriti, operatori sanitari, bambini, donne incinte, insomma tutte quelle persone di cui è stato pienamente documentato che Israele ne ha in realtà fatto carne da macello, inoltre affamandoli, chiudendo le comunicazioni esterno e bloccando la possibilità di attingere agli aiuti umanitari. Sempre nello stesso articolo viene citata l’importanza della cultura del territorio dove l’ esercito opera, tenendo conto non solo degli attori coinvolti ma anche del Diritto Internazionale, questa logica di guerra prende il nome già negli anni novanta di Three Block War, solitamente si riferisce ad un contingente che opera in un’area al di fuori della propria nazione, senza dimenticare che nel genocidio che Israele sta attuando sul popolo palestinese l’Italia ha permesso ai propri riservisti con doppio passaporto la possibilità di operare all’interno dell’esercito israeliano, quindi l’Italia si è macchiata di Crimini di guerra quanto l’esercito sionista, sostenendo sino ad oggi l’invio di fregate da guerra per la gestione del mar Rosso e non solo, attraverso inoltre il silenzio mediatico e l’astensione nelle votazioni ONU. Possiamo quindi dichiarare che il governo Italiano ha violato tanto quanto il governo Israeliano l’articolo sei a cui le regole d’Ingaggio di qualsiasi esercito dovrebbero attenersi.

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